Cultura Popolare di Bianca Tragni
Sono venuto alla sagra del fungo carboncello di Altamura e mi ha colpito un anziano signore che vendeva cesti fatti a mano. Ma allora esistono ancora sulla Murgia questi manufatti del vecchio artigianato contadino?(A.D. Ceglie Messapica - Brindisi).
La sua sorpresa è condivisa perché l’arte dei cestai era scomparsa da quasi tutta la puglia sin da quando la cesteria cinese a bassissimo costo l’aveva resa non competitiva, per quei pochi che ancora la sapevano produrre. Ebbene il vecchio Luigi Carlone, 94enne di Minervino Murge, ha avuto la tenacia di continuare a farne per tutta la sua vita, anche quando tornò dalla prigionia in un campo di concentramento in Germania, anche quando si vendevano poco o nulla; finchè suo figlio Vincenzo, di 58 anni, ne ha capito la potenzialità commerciali e turistiche e ha preso in mano la cosa.
Suo padre intrecciava canestri per stendere al sole,a seccare, fichi e pomodori;o per farne rivestimenti di damigiane e bottiglioni;o panieri per raccogliere la frutta e i funghi.
Questi ultimi particolarmente necessari, oggi che la raccolta dei funghi spontanei è regolamentata e impone l’uso dei cestini e non delle micidiali buste di plastica. Infatti la busta, oltre ad essere altamente inquinante spezza e frantuma l’integrità del fungo fresco, lo riduce a poltiglia e soprattutto non consente la caduta delle spore che, tra le maglie dell’intreccio, scivolano sul terreno e praticamente lo inseminano per far nascere nuove funaiole.
Il cesto infatti è un intreccio di strisce di canna bianca e di rami sottili di ulivo o di olmo, i così detti “masculi” della pianta virgulti solidi e flessibili, cui l’elasticità nella toglie alla robustezza. Così il cesto murgiano era forte e solido, capace di reggere pesi e urti,quasi trasparente ed elegante col suo bicromismo del bianco giallino della canna e dello scuro-marrone del rametto. Il figlio elettrotecnico di Luigi Carlone ha ampliato la produzione dei cesti, con modelli nuovi, come le cornucopie, i lampadari rustici, i canestri appesi ed altri complementi d’arredo e di addobbo per gli ambienti specie delle aziende agrituristiche della murgia.
(dalla Gazzetta del Mezzogiorno “Rubriche”, 20 novembre 2005
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